Accordo sul Nord Stream 2: l’ Unione europea ricerca un mandato per negoziare con la Russia

L’ Unione europea ha richiesto al Consiglio un mandato di tipo europeo per discutere sui principi fondamentali di funzionamento del progetto di gasdotto “Nord Stream 2” con la Federazione russa.

L’ Unione, inoltre, qualora il progetto “Nord Stream 2” verrà costruito, cercherà di garantire una sorta di operatività trasparente e non discriminatoria con un adeguato livello di vigilanza normativa, in linea con i principi fondamentali in campo energetico internazionale ed europeo.

Il Vicepresidente dell’ Unione energetica ha dichiarato: “la creazione di un mercato del gas ben diversificato e competitivo sarà la priorità della strategia europea in materia di sicurezza energetica e se il gasdotto sarà comunque costruito, sarà assicurata la gestione in modo trasparente ed in linea con le principali regole europee in materia di mercato dell’ energia”.

Il commissario per l’ azione sul clima e l’ energia ha dichiarato: “come ogni altro progetto di tipo europeo, anche “Nord Stream 2” non potrà e non dovrà operare senza un livello giuridico o solo sulla base di leggi energetiche di un Paese terzo. Stiamo cercando di ottenere un mandato del Consiglio per negoziare con la Russia un regime specifico che applichi i principi fondamentali della legge energetica europea direttamente sul progetto “Nord Stream 2” per preservare il funzionamento del mercato interno dell’ energia europea.

L’ Unione sarà impegnata nel raggiungimento degli obiettivi di tipo energetici, compreso quello della sicurezza energetica. La priorità è quella di creare un mercato del gas ben diversificato e competitivo. E’ in corso il lavoro per smantellare le barriere al commercio e sostenere così le infrastrutture critiche di gas.

La strategia di diversificazione dell’ Unione in ambito energetico si sviluppa attorno a diverse priorità, quali: l’ attuazione del corridoio del gas meridionale, lo sviluppo di un mezzo di gas liquido nel Mediterraneo e la promozione dell’ accesso allo stoccaggio di gas naturale e gas liquefatto per i quali l’ Unione europea ha già adottato una strategia nel Febbraio scorso.

La forte cooperazione regionale tra gli Stati membri ha permesso di ottenere risultati concreti: le principali infrastrutture di gas nella regione baltica sono state attuate con il sostegno finanziario dell’ Unione europea, come per esempio gli interconnettori di gas tra la Polonia e la Lituania o il connettore baltico tra la Finlandia e l’ Estonia. L’ Unione europea sta agevolando la creazione di un nuovo corridoio nord che collegherebbe la Norvegia alla Polonia attraverso la Danimarca. Allo stesso modo sta aiutando a sopprimere tutte le barriere per rendere più libero il flusso di gas nell’ Europa centrale e sudorientale e al tempo stesso sta sostenendo la costruzione della necessaria infrastruttura di gas in questa regione.

L’ Unione europea ritiene che il progetto “Nord Stream 2” non contribuirà a raggiungere gli obiettivi energetici per quanto riguarda l’ accesso alle nuove fonti di approvvigionamento, alle rotte o ai fornitori, ma allo stesso tempo sostiene che questo progetto consentirebbe ad un unico fornitore di rafforzare ulteriormente la propria posizione sul mercato del gas dell’ Unione europea e portare così ad un’ ulteriore concentrazione delle rotte di approvvigionamento.

Esiste già un’ infrastruttura funzionale di trasporto del gas per garantire l’ approvvigionamento energetico dell’ Europa. Costruire contemporaneamente “Nord Stream 2” metterebbe in pericolo le vie di trasporto esistenti, in particolare attraverso l’ Ucraina.

Per quanto riguarda la sezione off-shore del gasdotto, quest’ ultima si trova in una situazione specifica dato che parte di essa, incluso il suo unico punto di accesso, si trova al di fuori della giurisdizione europea. (Una qualsiasi conduttura a terra per il trasporto del gas proveniente da “Nord Stream 2” in Europa dovrà essere in piena conformità alle norme europee in materia di energia).

Per questo motivo, l’ Unione europea chiede al consiglio dei ministri un mandato per negoziare un quadro giuridico speciale che tenga conto dei principi fondamentali derivanti dal diritto energetico internazionale ed europeo.

Questi principi includeranno:

  • la trasparenza nel funzionamento della condotta
  • imposta tariffaria non discriminatoria
  • un livello adeguato di accesso non discriminatorio di terzi
  • un grado di separazione tra attività di approvvigionamento e trasmissione

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