Piano di azione per sostenere l’ Italia, ridurre la pressione ed aumentare la solidarietà lungo la rotta del Mediterraneo centrale

L’Unione europea e i suoi Stati membri hanno gradualmente messo a punto una risposta strategica più forte e articolata per salvare vite umane e gestire meglio i flussi migratori nel Mediterraneo centrale, ma la perdita di vite umane e i continui flussi migratori, composti soprattutto da migranti economici, sulla rotta del Mediterraneo centrale, costituiscono un problema strutturale che desta preoccupazioni serie e urgenti.

L’Italia ha già compiuto passi significativi per favorire la cooperazione con la Libia nella gestione della migrazione e per migliorare l’attuazione della politica migratoria dell’ Unione europea sul territorio nazionale. La recente legge Minniti si prefigge di rendere il sistema italiano di asilo e rimpatrio molto più efficace, individuando rapidamente le persone bisognose di protezione e contemporaneamente intraprendendo azioni in grado di facilitare il rapido rimpatrio dei migranti economici.

La situazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale, ogni giorno più pressante, ha indotto l’ Unione europea ad individuare interventi specifici che i diversi soggetti (Stati membri ed Italia principalmente) possono o dovrebbero attuare per tradurre in pratica tali impegni ed ha quindi presentato una serie di misure immediate.

Sarà necessario che tutti i soggetti coinvolti intensifichino e accelerino ora i loro sforzi per fronteggiare l’ urgenza crescente della situazione ed in linea con gli impegni assunti dai leader dell’ Unione europea per valorizzare il lavoro svolto negli ultimi due anni nel salvare vite umane in mare e gestire il numero crescente di arrivi lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Il presidente della Commissione europea ha dichiarato:

La situazione drammatica nel Mediterraneo non costituisce un fatto nuovo e non ha carattere temporaneo.

Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo compiuto enormi progressi verso la creazione di una genuina politica europea in ambito migrazione, ma l’urgenza della situazione ci impone ora di dare un serio impulso ai nostri sforzi collettivi e non lasciare sola l’Italia.

Tali interventi dovranno essere incentrati sulla solidarietà – con le persone che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni e con i nostri Stati membri maggiormente sotto pressione.

Allo stesso tempo si dovrà intervenire, in sostegno alla Libia, per combattere i trafficanti e rafforzare i controlli alle frontiere così da ridurre il numero di persone che intraprendono viaggi pericolosi verso l’Europa.”

In particolare, saranno previste questa serie di misure da adottare per accelerare gli interventi collettivi dell’ Unione europea lungo tutta la rotta del Mediterraneo centrale.

Si mirerà ad:

  • incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie ad un progetto dotato di 46 milioni di euro, preparato congiuntamente con l’ Italia
  • finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo pienamente operativo
  • aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di ulteriori 35 milioni di euro da mobilitare immediatamente
  • garantire una piena mobilitazione delle agenzie europee
  • avviare e finanziare un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare dalla Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan
  • collaborare con la Libia per rafforzare i controlli sulla frontiera meridionale
  • intensificare gli interventi per stipulare accordi di riammissione (o accordi informali equivalenti) con i paesi di origine e di transito, con il sostegno degli Stati membri
  • intensificare la cooperazione con Niger e Mali per prevenire gli spostamenti verso la Libia
  • accelerare i rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i paesi di origine, anche mediante un aumento dei finanziamenti

mentre gli Stati membri dovranno:

  • accelerare il ricollocamento dall’ Italia, reagendo in modo più rapido alle richieste italiane, aumentando la consistenza e la regolarità degli impegni
  • contribuire al dialogo con la Tunisia, l’ Egitto e l’ Algeria ed incoraggiare tali paesi ad associarsi alla rete per il Mediterraneo ed invitare la Tunisia e la Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo
  • accelerare le discussioni sulla riforma per la distribuzione delle domande di asilo all’ interno dell’ Unione europea al fine di disporre di un quadro più stabile per affrontare tali problemi in futuro
  • mobilitare le loro capacità, in sinergia con quelle della guardia costiera e di frontiera europea, per contribuire al rimpatrio dei migranti irregolari dall’ Italia.

e l’ Italia dovrebbe:

  • redigere un codice di condotta per le Organizzazioni non governative che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo
  • rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento:
    • registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti in Italia
    • centralizzando e standardizzando la procedura di ricollocamento
    • consentendo il ricollocamento dei minori non accompagnati
    • facendo prova di una maggiore flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri Stati membri
  • attuare rapidamente la legge Minniti:
    • creando capacità supplementari nei centri di crisi
    • aumentando la capacità di accoglienza e aumentando in modo sostanziale ed in tutta urgenza la capacità di trattenimento, portandola ad almeno 3000 posti
    • aumentando il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto dell’ Unione europea
    • accelerando in modo marcato l’ esame delle domande di asilo in fase di ricorso
  • accelerare i rimpatri
    • applicando procedure di rimpatrio accelerate;
    • avvalendosi maggiormente delle procedure rapide e dei motivi di inammissibilità;
    • elaborando un elenco nazionale di paesi di origine sicuri;
    • emettendo decisioni di rimpatrio di pari passo e contemporaneamente con quelle sull’asilo;
    • valutando la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza;
    • evitando di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *